5 nozioni semplici semplici sugli errori 404

404 Not Found

Questo post dedicato agli status 404 è volutamente poco approfondito.

In realtà per far le cose per bene, dovrei spiegare che la gestione dei contenuti inesistenti di un sito cambia sia al variare della tipologia del contenuto sia a seconda della ragione per la quale il contenuto non esiste (più).

Il primo esempio che mi viene in mente è quello della gestione di prodotti o contenuti temporanamente non disponibili. Non esistono regole generiche che possano essere applicate in ogni caso e mi è capitato nel corso del tempo di suggerire almeno due soluzioni tecniche diverse a seconda dei contenuti.

Mi riservo quindi di scrivere in futuro un bell’articolo SEO su dei casi specifici, nei quali l’uso dei codici di stato varia nonostante premesse simili.

Per il momento, accontentatevi di queste semplici nozioni generali e di un flow-chart chiarificatore.

1 – La criticità di un 404 dipende dai link

Uno degli errori più comuni è quello di credere che la presenza di un errore 404 erogato alla richiesta di una specifica risorsa abbia influenze SEO negative nei confronti di altre risorse del sito o del sito nella sua interezza.

Questo ragionamento è però corretto solo nel caso in cui sul sito vi siano link che conducono utenti e spider verso le risorse che generano lo status 404.

Se l’URL inesistente non è linkato dal sito, non c’è modo che gli utenti possano subire un’esperienza di navigazione negativa. Di conseguenza non sarebbe logico che un motore di ricerca si faccia un’idea negativa del sito, perché il sito sta accogliendo al meglio i propri visitatori.

Se, al contrario, sul sito ci sono link verso URL interni inesistenti, allora il problema è diverso perché c’è il rischio di proporre un’esperienza di navigazione frustrante agli utenti e di vanificare il crawling degli spider. Bisogna dunque fare attenzione che, se gli status 404 sono fisiologici o inevitabili, quantomeno utenti e spider non seguano link del sito che li conducano a risorse inesistenti.

2 – La permanenza non è intrinsecamente un male

Un errore 404 rappresenta una criticità solo se è stato prodotto da un problema tecnico, che andrebbe approfondito e risolto.

Ci sono però casi leciti nei quali un webmaster può decidere spontaneamente di far erogare al server uno status 404, per esempio quando viene fatta richiesta al server di una risorsa che non è mai esistita.

Nel suddetto caso lo status 404 e la sua permanenza non va percepito come una criticità, perché non è sintomo di un problema ma la soluzione più corretta per comunicare l’effettiva inesistenza di una risorsa.

3 – Lo status è associato ad una risorsa HTML

Tutti i web server permettono di erogare una pagina HTML associata alla produzione di un errore 404.

I contenuti di questa pagina HTML possono essere personalizzati in modo da accogliere al meglio l’utente che si è trovato di fronte ad un errore che non si aspettava.

Il modo in cui i contenuti vanno personalizzati variano da caso a caso. A volte ci si può limitare ad indicare dei link per riprendere la navigazione del sito da una categoria superiore o dalla home page. Altre volte è possibile determinare dall’URL richiesto (o dal referrer dichiarato) l’intento dell’utente e includere nella pagina contenuti più specifici, in grado di soddisfare al meglio la richiesta che non era andata a buon fine.

4 – Gli elenchi di 404 su GWT non sono una pestilenza

Va ricordato che GWT (“Strumenti per webmaster” di Google) non è Google e che il tool si limita a fare un elenco dei 404 individuati dallo spider nel corso del tempo.

Per le ragioni spiegate al punto 2, non tutti questi errori sono indice di un fenomeno negativo e quindi ciascuno di essi andrebbe investigato per capire se si tratta di un fenomeno fisiologico e ininfluente sul motore (per esempio 404 erogati alla richiesta di URL effettimanete mai esistiti) oppure se è sintomo di un problema tecnico.

Se alcuni degli status 404 riportati sono fisiologici e conosciuti, potete anche segnalare a GWT che l’eventuale “problema” è stato risolto; tali errori verranno rimossi dalla lista.

Purtroppo tali segnalazioni sono destinate a tornare sul pannello qualora la causa che ha generato i 404 non sia realmente scomparsa.

5 – Tenete conto delle alternative

Facendo parte di un nutrito insieme di status HTTP, i codici 404 andrebbero usati solo quando effettivamente opportuni. Ecco di seguito un breve flow-chart che spiega come destreggiarsi nell’uso dei più popolari codici di status HTTP.

Il grafico è lungi dall’essere completo e perfetto e sono certo che sulla completa assenza degli status 302 qualcuno potrebbe storcere anche il naso. I commenti del post sono a vostra disposizione per domande, correzioni e considerazioni. 🙂

Flow chart che spiega come usare gli status HTTP per le risorse inesistenti

P.S.
Pensavo che sarebbe interessante parlare di argomenti simili in qualche evento. Giusto per dire.

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