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Questa opera di Enrico Altavilla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Effetti pseudo 3D con matematica e Python
Gli esperimenti matematici ai quali mi sto dedicando negli ultimi giorni con Python (introdotti qui e qua) mi hanno portato a produrre immagini un po’ meno astratte, più ricche di forme e contorni definiti.
La naturale evoluzione di questi test mi ha indotto a testare la visualizzazione di contesti pseudo tridimensionali. L’aggettivo “pseudo” è d’obbligo perché uno dei piaceri di produrre queste immagini è rappresentato dalla consapevolezza che quanto viene visualizzato non è stato prodotto sulla base di conoscenze e concetti 3D di alcun genere.
Insalate (colorate) di matematica
Ho sempre avuto una fissazione con i colori e sono sempre stato spinto a cercare stimoli visuali che mi affascinassero con tinte accese. In parte, questa ricerca potrebbe essere spiegata in una mia difficoltà a memorizzare e ricordare i colori (io sogno quasi in bianco e nero) e ogni occasione è buona per ricordarmi come sono fatti.
Continuando a smanettare col codice Python, come mostrato in questo precedente post, sono caduto nella tentazione di sperimentare nuove formule matematiche in grado di ricreare stimoli visivi a me graditi.
I disegni di Milk (Chiara)
Da qualche mese ho fatto la conoscenza di Milk o, meglio dire, dei suoi lavori. Milk è il nome d’arte di Chiara, una disegnatrice americana della quale si conoscono pochissimi particolari e che, ammantata da questo anonimato, realizza illustrazioni che agli occhi del sottoscritto hanno pochi eguali.
Si tratta di illustrazioni dure, cariche di dolore, che ritraggono scene surreali dove tristezza e dettagli fortemente simbolici si fondono e danno vita a delle opere d’arte di rara forza evocativa.
Dei suoi disegni stupisce la ricchissima presenza di dettagli, nessuno dei quali rivela il proprio significato ma che, assieme, costituiscono un perverso gioco al quale l’osservatore può partecipare, tentando di collegare tra loro simboli e indizi, frasi e oggetti.
E’ però un gioco senza fine, perché non ha soluzione. I significati, per quanto cercati, sono destinati a rimanere reconditi o frutto di congetture; ciò che resta sono semplicemente le emozioni che le illustrazioni suscitano.
E’ difficile non rimanere affascinati dalle relazioni tra i vari disegni: dalle nuvole talvolta cadono lacrime, altre volte precipitano aerei; molte opere condividono elementi quali la contrapposizione tra uccellini pieni di vita e i loro corrispondenti scuri, cantori di morte. Su tutto, impera la musica, che spesso nasce dal cuore dei soggetti ritratti.
La produzione di Milk non è per tutti i palati, probabilmente. Per ritrarre il dolore, quasi sempre l’artista mostra ferite, membra trafitte e scene vicine alla morte.
Scrivo questo post solo per farvela conoscere, pubblicando uno dei suoi disegni che mi piacciono di più e invitandovi, se ispirati, a dare un’occhiata alla sua galleria su Myspace e a questa intervista che le è stata fatta nel 2009.