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Questa opera di Enrico Altavilla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Google Panda non c’entra un fico secco
Risorgo dopo qualche settimana di silenzio (e di qualche weekend all’estero) per dare un parere su un fenomeno SEO che nelle ultime settimane ho visto maturare tra gli addetti ai lavori.
Sembra che lo spauracchio di Google Panda, che al momento in cui scrivo deve ancora essere esteso a Google.it, stia alimentando una nuova forma di fobia.
La pandafobia avviene quando il timore che l’introduzione di Panda possa causare danni di visibilità ai propri siti induce il professionista SEO a temere che un qualsiasi fenomeno SEO negativo possa essere il segnale dell’introduzione del nuovo algoritmo.
A beneficio della sanità mentale di tutti faccio dunque un elenco di alcune informazioni che si possiedono al momento (21 giugno 2011) su Google Panda, assieme a qualche considerazione personale:
- non è stato ancora applicato su Google.it
- non è stato detto quando verrà esteso a Google.it o ad altri siti di Google in lingua diversa dall’inglese
- la metodologia con la quale Panda è stato progettato lascia credere al sottoscritto che la sua estensione a lingue diverse dall’inglese non sia così automatica né facile
- un brusco calo di posizioni/traffico può essere attribuito a decine di cause diverse, che i SEO conoscono bene: ha senso valutare tutte le cause potenziali più comuni prima di congetturare l’introduzione di un algoritmo nuovo
- alla sua introduzione, attendetevi una reazione ampia da parte della comunità SEO online, non l’emergere di piccoli e pochi fenomeni isolati
- parlare di Google Panda e inserirlo in contesti in cui non c’entra un fico secco va di moda, attrae l’attenzione e produce comunque traffico
A forza di gridare al lupo ogni cinque minuti c’è il rischio di non essere presi sul serio quando il lupo arriverà.
Keep Calm and Put the Kettle On
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