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Questa opera di Enrico Altavilla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Progettare un querybot per posizionarsi su Google Suggest
Riprendo l’idea del posizionamento su Google Suggest introdotta in un articolo precedente per impostare la progettazione di un querybot per la simulazione di ricerche su Google.
Posto che l’aumento di visibilità di una query su Google Suggest può essere conseguenza di fenomeni che vanno ben oltre l’incremento di ricerche della query, ho ritenuto comunque opportuno progettare un sistema che produca un volume minimo di ricerche sulla query da posizionare.
Questo è il comportamento che vorrò dare al querybot:
- una distribuzione naturale delle ricerche durante la giornata
- la simulazione di un affinamento della ricerca: prima [keyword], poi [keyword brand]
- la simulazione del click sul link che punta al sito del brand (possibilmente senza sporcare le statistiche del sito con una reale visita)
Il primo dei comportamenti indicati l’ho ottenuto abbozzando graficamente una distribuzione realistica degli accessi dai motori di ricerca durante l’arco di una giornata (ho tratto ispirazione dai reali accessi di un sito) e sfruttandola come base per distribuire le query automatizzate.
Il querybot verrà chiamato da un cronjob e ad ogni chiamata effettuerà X query, con X che varia a seconda della fascia oraria e a seconda della quantità giornaliera di query che si intende raggiungere.
Per semplificare il calcolo di X, ho usato un semplice foglio excel, il cui risultato potete osservare nell’immagine allegata al post.
Per calcolare il valore “Queries per script call”, è sufficiente fornire le seguenti informazioni:
Volume of daily queries to produce: la quantità complessiva di query giornaliere da effettuare. Tale quantità va calcolata in base al totale di query mensili che si desiderano e, per essere perfettini, dovrebbe in teoria essere variabile per simulare la diversa affluenza degli utenti sul web (e sui motori) durante l’arco della settimana. Ma per il momento mi accontenterò della simulazione delle fasce orarie.
Total activity in 24h: questa è la somma dei valori provenienti dal grafico “Hour activity”, che rappresenta una distribuzione abbozzata delle ricerche degli utenti nell’arco della giornata. I valori variano da zero (nessuna attività) a dieci (attività massima).
Script called every X minutes: questo dato indica ogni quanti minuti lo script per la simulazione delle ricerche verrà chiamato dal cron.
Immesse queste informazioni, la colonna “Queries per script call” (QSC) viene popolata con la quantità di query che lo script dovrà effettuare ad ogni chiamata.
Si noti che i valori QSC sono con virgola ma che ciò non rappresenterà un problema in fase di implementazione. Per esempio, se il QSC di una fascia oraria è 2,824858757, ad ogni chiamata lo script effettuerà due query (la parte intera di QSC) più una query condizionale, con probabilità pari a 0,824858757.
Tenuto conto che lo script verrà chiamato diverse volte durante la stessa ora, le query condizionali produrranno più o meno la quantità complessiva di query giornaliere che si desiderano raggiungere.
Il sistema progettato ha il vantaggio di mantenere fissa la frequenza di lanci dello script (così mi risparmio la modifica del cronjob) producendo senza difficoltà la quantità di query desiderata, che potrà anche variare nel tempo nel caso in cui dovessero cambiare le esigenze sui volumi da produrre.
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