Quiz SEO bastardo numero 5: che cavolo mostra questa SERP?

Dopo alcuni mesi dall’ultima volta, è tornato il momento di traumatizzare un po’ di SEO.

Se non avete idea di che cosa siano i quiz SEO bastardi, vi basti sapere che sono un pretesto per fare gli smanettoni con i motori di ricerca nella speranza di capire un po’ meglio come funzionano e che il loro elenco si trova nell’apposita categoria Quiz del blog.

Il nuovo quiz SEO che sto per proporvi si differenzia da tutti i precedenti perché la risposta è libera e può essere data semplicemente commentando il post sul blog.

Bando alle ciance, ecco la domanda:

Che contenuti vengono mostrati dalla query [link:zhool8dxBV4J:www.lowlevel.it] e che cosa essa chiede esattamente a Google?

Allego anche uno screenshot dei contenuti attuali della SERP, così come li osservo io via Firefox da utente non loggato.

Screenshot della SERP strana.

Sia ben chiaro che verrà dichiarata vincitrice la persona che fornirà nei commenti entrambe le informazioni richieste: 1) che cosa viene mostrato e 2) che cosa la query chiede a Google!

I commenti sono aperti e tra qualche giorno modificherò l’articolo per dare la soluzione e per dichiarare il vincitore, sempre se ce ne sarà uno. 😀

Buon quiz!

La risposta al quiz

La query chiede a Google di eseguire il comando “link:” sull’URL “http://www.google.com/”, il cui identificativo è la stringa “zhool8dxBV4J”. La SERP mostra, di conseguenza, i risultati tipici di quel comando, ovvero una selezione di risorse che offrono un link all’URL suddetto.

La stringa è identificatrice di uno specifico URL, non di un nome di dominio o di qualche altro genere di entità. Potete svolgere alcune ricerche per rendervi conto che gli URL “https://mail.google.com/” e “http://mail.google.com/” hanno ID diversi.

Quando viene fornito un ID attraverso la sintassi indicata, l’URL specificato in coda viene controllato affinché corrisponda ad un URL valido ma viene ignorato in fase di scelta dell’URL da usare col comando “link:”.

And the winner is…

Riguardo il vincitore del quiz, nessuno ha fornito una risposta precisa, sopratutto perché nella maggior parte delle risposte si è parlato genericamente di “link a google.com” invece di un URL esatto. Tenuto conto che gli ID cambiano anche al cambiare di un solo carattere dell’URL, si trattava di un particolare con una certa rilevanza.

Tuttavia il concetto di base è stato azzeccato da molti e quindi assegno la vittoria a Danilo Petrozzi, che lo ha espresso per primo! 🙂

Il premio della critica va a Giuseppe, che ha dettagliato un po’ in che modo può essere usato l’ID e a Criss, che è stato l’unico a indicare esattamente a quale URL si riferiva l’ID.

Due parole sugli ID degli URL

Gli ID usati nei contesti descritti dall’articolo e nei commenti esistono da molti anni e, per quello che è possibile osservare dall’esterno, la loro modalità di uso da parte di Google non è cambiata nel tempo. La loro lunghezza è sempre stata di dodici caratteri, l’ID dell’URL “http://www.google.com/” non è mai cambiato da quando, diversi anni fa, tali ID sono stati resi visibili esternamente.

Viene da chiedersi se la quantità di identificatori che possono essere contenuti in quella quantità di testo è sufficiente a contenere tutti gli URL sul web e quelli futuri. Si fa presto a fare due calcoli…

L’alfabeto usato per l’ID è composto da 63 simboli diversi: l’alfabeto inglese maiuscolo, l’alfabeto inglese minuscolo, le dieci cifre decimali e il carattere underscore “_”.

Essendo la stringa lunga dodici caratteri, la quantità di ID generabili è [latex]63^{12}[/latex], ovvero 3.909.188.328.478.827.879.681, che sono sufficienti per contenere la quantità di URL di cui il web è attualmente composto.

Non c’è modo di sapere dall’esterno in che modo l’ID viene generato e gestito da Google. Potrebbe trattarsi di un semplice valore pseudocasuale, generato e assegnato ad ogni nuovo URL scoperto dal motore facendo attenzione che non sia già stato assegnato ad un altro URL, oppure potrebbe trattarsi di un valore derivante da una formula di hash ben precisa, che ovviamente avrebbe costretto i progettisti del motore a tener conto delle collisioni e a sfruttare una funzione di hash perfetto.

Non si tratta dell’unico ID usato esternamente da Google per gli URL. Per esempio, per i link che dalle SERP puntano alle risorse esterne viene usato il parametro “usg”, il cui contenuto identifica l’URL di destinazione del link e che fa uso di uno spazio molto più grande di quello usato per l’ID discusso finora.

Fine dei pipponi informatici! Di qualche altro dettaglio parlerò rispondendo ai commenti. 🙂

P.S.
Pensavo che sarebbe interessante parlare di argomenti simili in qualche evento. Giusto per dire.

15 Responses to Quiz SEO bastardo numero 5: che cavolo mostra questa SERP?

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